14/06/2012

Genitori si nasce o si diventa?


I nostri bambini per crescere in modo equilibrato hanno bisogno di guide amorevoli ed ogni genitore lo può diventare semplicemente facendosi condurre dal proprio piccolino, non sovrastandolo o superandolo

Quando si decide di avere un figlio, soprattutto se è il primo, non si sa con sicurezza a cosa si va incontro: lo sconvolgimento individuale, relazionale ed ideale che accompagna la nascita di una piccola vita umana è travolgente ed va aldilà di qualsiasi aspettativa.

Solo vivendo l’esperienza genitoriale si apprendono man mano abilità fino a quel momento nascoste e inattive.

Essere mamma e papà è quindi un ruolo che non si può insegnare poiché appartiene in modo naturale ad ogni essere umano.

Ciò che invece si può e si deve apprendere è la capacità di entrare in empatia con la piccola vita che sta fiorendo: solo in questo modo è possibile essere autentici genitori, ossia generatori di vita sia fisica che psichica, guide attente ma gentili, custodi di un amore incondizionato e puro.

Ma come è possibile entrare in empatia con un piccolo d’uomo così indifeso e spesso così incomprensibile agli adulti?

Ogni genitore prima, durante e dopo la nascita del proprio bimbo deve immedesimarsi in lui, deve calarsi nei suoi panni, deve riuscire ad osservarlo, a comprenderlo e ad amarlo in modo assoluto ed autentico.

Ecco che si comprende l’importanza di vivere serenamente ed in modo sano la gravidanza: il piccolino giace nel suo paradiso naturale e, in questo caso soprattutto la mamma, deve garantirgli una permanenza calorosa e tranquilla.

La nascita poi dovrebbe avvenire in modo dolce e rispettoso: il bambino verrà letteralmente catapultato in un mondo nuovo e chi lo accoglie per primo con le proprie mani deve trattarlo con cura, lentezza e devozione non con frettolosità e velocità.

Il contatto con la sua mamma deve essere immediato, prolungato e non ostacolato.

L’allattamento al seno come prolungamento del cordone ombelicale è un bisogno fondamentale del bambino e deve essere lui a guidarne la durata.
Sarà poi sempre il piccolino a far comprendere al genitore quando è pronto per parlare, per camminare, per allontanarsi da lui.
Manuali, consigli o professionisti non devono sostituirsi al bambino:
è lui stesso la risposta alle nostre domande!
Seguire e soddisfare i bisogni del bambino in questi suoi primi anni di sviluppo senza sostituirsi a lui e senza costrizioni o tirannie permetterà al bambino stesso di crescere secondo la propria natura e di sentirsi accolto ed amato senza se e senza ma.

Spesso noi genitori tendiamo a porci nei confronti dei nostri piccoli con un atteggiamento di superiorità e li osserviamo mediante i nostri pregiudizi e le nostre più radicate certezze: se riuscissimo invece a porci al loro altissimo livello riusciremo a guidarli nel loro percorso naturale ed il viaggio risulterà sicuramente più semplice, sereno e sorprendente che mai.

I nostri bambini per crescere in modo equilibrato hanno bisogno di guide amorevoli ed ogni genitore lo può diventare semplicemente facendosi condurre dal proprio piccolino, non sovrastandolo o superandolo.
La nostra cultura tende invece ad insegnare al genitore ad essere un maestro di vita che deve farsi rispettare: l’attenzione viene spostata sull’adulto e non sul piccolo che sta crescendo e che ci chiede sicurezza e trasparenza.
Ecco perché è auspicabile che i futuri genitori o chi già lo è diventato si spoglino di questa veste così costruita, innaturale ed egocentrica attraverso l’informazione, la comprensione, l’autocritica, la ricerca interiore, l’ammissione di dubbi ed errori, la devozione e la fiducia nei confronti dei propri figli.

Questa sì è un’abilità genitoriale da apprendere e riconquistare!




Fonte: www.tuttasalute.net

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