05/07/2012

Dolori mestruali: quali rimedi?

Circa l'80% delle donne lamenta dolore durante le mestruazioni per 1 o 2 giorni al mese e in genere è sopportabile. Ma esiste un 10-15% di esse che ne soffre in forma grave. Talvolta il dolore è così forte da ostacolare le normali attività quotidiane come l'attività scolastica, sportiva o lavorativa. In tutti questi casi si parla di dismenorrea. Il sintomo ha intensità e durata variabili da donna a donna, frequentemente si irradia alle gambe e alla schiena e può essere accompagnato da nausea, diarrea, cefalea e malessere generale.
Quali sono le cause? Spesso non si riconosce alcune causa organica (dismenorrea primaria), altre volte l'esecuzione di accertamenti diagnostici (come l'ecografia transvaginale) permette di rilevare alterazioni dell'apparato genitale (dismenorrea secondaria). Le cause più frequenti della dismenorrea secondaria sono l'endometriosi, l'adenomiosi, i fibromi e il varicocele pelvico.

Perché le mestruazioni possono essere così dolorose?
La ragione sta in una malattia, l'endometriosi appunto, ancora poco diagnosticata nelle sue fasi iniziali. Basti dire che anche negli Stati Uniti, e non soltanto in Italia, il ritardo medio dall'inizio dei sintomi alla diagnosi è di ben 9 anni e 3 mesi: di cui circa la metà spesi dalla giovane donna (e dalla sua famiglia) prima di riconoscere che quel dolore non è affatto normale, e altrettanti impiegati invece dai medici consultati per capire che proprio di endometriosi si tratta.

Cos'è esattamente l'endometriosi?
 L'endometriosi è una malattia benigna, caratterizzata dalla presenza di isole di endometrio (il tessuto che riveste la parte interna dell'utero) in sedi inappropriate: l'ovaio, la tuba, il peritoneo (la membrana che riveste i visceri), l'intestino, la vagina, la vescica. In casi più rari la si può trovare nell'ombelico, nella vagina e, in alcuni rari casi nei polmoni. Può capitare che questi residui di tessuto endometriale vengano trovati all'interno del muscolo (miometrio) che costituisce la parete dell'utero: si parla allora di «adenomiosi», che causa un intenso dolore mestruale (dismenorrea). L'endometrio «ectopico», che si trova cioè fuori della sua sede naturale, risponde agli stimoli ormonali esattamente come la mucosa che riveste l'utero: cresce di spessore con la stimolazione ormonale, si sfalda e sanguina. Il sangue che si libera dall'endometriosi va però a irritare i tessuti vicini, provocando dolore, aderenze e molti sintomi secondari.



Come arrivare a una diagnosi precoce di questa malattia causa di dismenorrea?
É importante dare la giusta attenzione ai sintomi specifici con una visita accurata, fare un'ecografia ginecologica e dosare nel sangue una «spia», il Ca-125. I sintomi più frequenti della dismenorrea, che potrebbero suggerire la presenza di endometriosi sono: •intenso dolore mestruale: sintomo preoccupante quando interferisce con le attività quotidiane come lo studio, il lavoro, lo sport e i rapporti con gli altri.

• Dolore in altre fasi del ciclo mestruale
• Stanchezza: il dolore divora l'energia e lascia la donna comprensibilmente spossata
• Sintomi gastrointestinali quali nausea e disturbi gastrici, nonché meteorismo (gonfiore)
• Allergie e intolleranze alimentari: il 41% delle donne con endometriosi soffre di allergie al polline, contro il 13% della popolazione generale. Quando le allergie vengono trattate con successo, si riduce il sintomo dolore. Questo miglioramento è mediato probabilmente dalla riduzione dell'iperattività dei mastociti, le cellule che governano l'infiammazione e la cui esuberante attività è comune antrambe le patologie.

In che modo ridurre la dismenorrea ?
L'aiuto sta nei farmaci e nello stile di vita. Farmaci efficaci sono i contraccettivi ormonali, utilizzati ininterrottamente per tre mesi o più, in modo da diminuire la quantità dei flussi mestruali e il dolore. Sono molto efficaci anche le cure con i progestinici. Nei casi gravi si può arrivare a stoppane il ciclo con i cosiddetti «analoghi del GnRH», ormoni che inibiscono temporaneamente la centralina cerebrale che governa il ciclo (l'ipotalamo). E poi importante abbracciare stili di vita che riducano la percezione del dolore: sport regolare, alimentazione sana, ma anche yoga o agopuntura. Alcuni principi fitoterapici, quali l'agnocasto, aiutano a ridurre i sintomi psichici associati alla dismenorrea, mentre l'olio di borragine e di enotera, ottimi se associati anche al magnesio, possono contribuire a diminuire i disagi fisici. Infine, è importante anche l'atteggiamento conciliante della famiglia: è necessario ricercare un medico che possa indicare la giusta terapia contro la dismenorrea, ma anche sostenere la ragazza al fine di farle racquisire pian piano, con fiducia, il piacere profondo della sua femminilità.

Come posso diminuire il fastidio?
Ci sono diverse precauzioni che si possono assumere per limitare il dolore da prendere in considerazione prima di ricorrere a una visita medica:

• La regolare attività fisica riduce il dolore mestruale. Può essere risolutivo praticare regolarmente aerobica, fare passeggiate a piedi e in bicicletta, fare jogging o iscriversi in piscina.
• L'applicazione di calore tramite un bagno caldo, un panno caldo oppure la borsa dell'acqua calda sull'addome da sollievo.
• Riposarsi e distendersi nei momenti più dolorosi del ciclo può essere di aiuto.
• Esercizi di rilassamento, come meditazione e yoga possono aumentare la soglia e quindi la tolleranza al dolore. Da non sottovalutare anche l'agopuntura e l'omeopatia.

Cambiamenti nella dieta possono ridurre il dolore? Esistono diversi studi che danno molta importanza alla dieta vegetariana che deve però essere seguita, almeno inizialmente, da un esperto per poter bilanciare correttamente gli alimenti e le calorie. Questo è fondamentale soprattutto nei casi più severi di dismenorrea che potrebbero richiedere un cambiamento definitivo dell'alimentazione quotidiana. Sembra che una dieta povera di prodotti di origine animale, compresi latte scremato e uova, povera quindi di grassi animali ma anche vegetali e ricca di fibre, fitoestrogeni, magnesio e vitamine del gruppo B, possa incidere positivamente sul sintomo. Queste accortezze vanno però tenute durante l'arco di tutto il mese e non solo i giorni prima e durante la mestruazione.


Quali sono i rimedi farmacologici e/o chirurgici?
In caso di dismenorrea primaria la terapia farmacologica con gli antinfiammatori non steroidei (FANS) mira a ridurre le concentrazioni di quelle molecole (ad es. le prostaglandine) che innescano le contrazioni dell'utero e che provocano quindi il dolore.

L'effetto di questi farmaci è maggiore se vengono assunti 1-2 giorni prima dell'inizio dei periodi mestruali. É consigliabile anche la pillola durante la cui assunzione si ha anche il vantaggio della contraccezione e del minore sanguinamento. L'uso dei contraccettivi orali non esclude quello dei FANS se necessario. É importante ricordare che la dismenorrea primaria può attenuarsi o scomparire dopo il primo parto. In caso di dismenorrea secondaria invece sarà il ginecologo a indicare la terapia specifica, a volte anche chirurgica, a seconda della malattia di base.

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